Ognuno come meglio crede

Riceviamo e pubblichiamo.

“Regola principale: non agire in massa. Condividete un’azione in tre o in quattro al massimo. Il numero dei piccoli gruppi deve essere quanto più  grande possibile e ciascuno di loro deve imparare ad attaccare e sparire velocemente. La polizia cerca di schiacciare una folla di un migliaio di persone con un solo gruppo di cento cosacchi. E’ più facile battere un centinaio di uomini che uno solo, specialmente se questi colpisce di sorpresa e scompare misteriosamente. La polizia e l’esercito saranno senza potere se <mosca è coperta da questi piccoli distaccamenti inafferrabili. Non occupare roccaforti, le truppe saranno sempre in grado di prenderle o semplicemente di distruggerle grazie alla loro artiglieria. Le nostre fortezze saranno i cortili interni ad ogni luogo da cui è agevole colpire e facile partire. Se dovessero prendere questi luoghi, non vi troverebbero nessuno e avrebbero perso numerosi uomini. E’ impossibile per loro prenderli tutti poiché dovrebbero , per questo, riempire ogni casa di cosacchi”
AVVISO AGLI INSORTI , MOSCA , 11 DICEMBRE 1905

OGNUNO COME MEGLIO CREDE

Da diverso tempo la consapevolezza antimilitarista e non solo, ha preso consistenza nei fatti, in tutto il territorio sardo. Momenti di rottura e attacco si sono prodotti e incuneati nell’ingranaggio guerrafondaio, con risultati alterni ma comunque incoraggianti. Pratiche diverse, di massa o individuali, si sono intrecciate per un percorso unico col fine comune di porre freno, e in prospettiva fine, al dominio in divisa, alla sua logica e alla sua arroganza. Scritte sui muri, danneggiamenti vari, reti un tempo invalicabili divelte con rabbia, sbirri e servi vari affrontati con determinazione. NON BASTA.

La macchina da guerra continua il suo percorso, lo fa quotidianamente, architettando ed esportando l’imperialismo ed il colonialismo ovunque, in nome del profitto, sfruttando uccidendo e distruggendo popoli e territori, dalla Sardegna al capo opposto del mondo. Militari, Rwm, Vitrociset ingrossano i loro profitti ogni giorno.

Che fare? Tutto il possibile con ogni mezzo necessario. Attaccare le strutture in divisa e quelle a loro affini e complici non è impensabile, non è impossibile, non è impraticabile. Gli ultimi tre anni di lotte lo dimostrano  e dimostrano che si può e si deve andare avanti, si deve andare oltre, nei propri territori, paesi, città e nei propri quartieri. Sfruttiamo la vastità dei territori dei nostri nemici, troppo difficili da controllare. Imprevedibili, silenziosi, capillari e precisi, ognuno con i suoi mezzi, ognuno con le sue idee.

  • 13 Gennaio: Sant’Antioco. Bloccato convoglio di mezzi militari.
  • 27 Gennaio: S.S.130 si ribalta un mezzo dell’esercito.
  • Marzo: Disturbata lezione del responsabile del Dass (Cagliari)
  • Marzo: Cagliari, imbrattata la sede della Tirrenia, complice dei trasporti di bombe e militari.
  • Aprile: Cala Mosca, tagliati diversi metri di rete militare.
  • Giugno: Senorbì, bruciata un’officina che ripara i mezzi di esercito e polizia(numerosi i mezzi distrutti)
  • Giugno: Cagliari, danneggiato mezzo Vitrociset.
  • Giugno: Decimomannu, incendio all’interno dell’aereoporto militare.
  • Luglio: Cagliari, interrotto seminario marina militare all’università.
  • Agosto: Danneggiato mezzo Vitrociset.
  • Ottobre: Sassari, interrotto seminario dei militari all’università.
  • 23 Novembre: Capofrasca, scontri con la polizia e taglio di reti nel poligono.
  • Dicembre: Capofrasca, tagliati decine di metri di reti militari.
  • Dicembre: azioni antimilitariste a Teulada e Domusnovas.
  • Aprile: Teulada, tagliati decine di metri di reti militari.
  • Maggio: Danneggiato mezzo Vitrociset.
  • Maggio : scritte e azioni durante il passaggio del giro d’italia.

“ Cando si tenet su bentu, est prezisu bentulare”

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