Murales a San Sperate
Dice bene il blog Nobordersard, le scritte sui muri sono frammenti di storia.
Accade perfino che in alcuni posti siano la cosa più bella da vedere.
Questa è Pratobello, anno 2016.
Tra i cumuli di immondizia e le macerie si leggono ancora alcune scritte antimilitariste e indipendentiste e si vede qualche murale; difficile spiegare a certi operosi cittadini ansiosi di passare una spugnetta sull’intonaco, tutti presi da operazioni contro il “degrado”, che diverse persone (turisti inclusi) vanno a Pratobello proprio per leggere scritte sui muri che hanno superato lo scorrere del tempo e sono diventati storia comune.
Nel mese di ottobre come da prassi sono ricominciate le attività di esercitazione militare in Sardegna. La Rete No Basi né qui né altrove ha inaugurato questo secondo semestre con il campeggio antimilitarista tenutosi a San Sperate dal 6 ottobre e conclusosi con il corteo del 10 ottobre all’aeroporto di Decimomannu. Si è voluto con ciò sottolineare l’importanza di concentrarsi sull’asse Base Aerea di Decimomannu – Poligono di Capo Frasca, nella speranza di renderlo l’anello debole della presenza militare in Sardegna, e si vuole ora nuovamente volgere l’attenzione su Capo Frasca, per ritornare davanti a quei cancelli dove il 13 settembre 2014 si riaccese la fiamma dell’antimilitarismo sardo.
L’accordo tra pescatori ,regione e ministero della difesa è stato raggiunto, si sono infatti incontrati il presidente della regione con delegati del ministero per raggiungere l’accordo. Dopo i pescatori di Teulada anche quelli della marineria di Capo Frasca sono tra i vincitori del concorso, noi ti portiamo la guerra in casa e tu vinci un indennizzo.
Le proteste dei pescatori di Capo frasca hanno messo in luce come la macchina bellica sia in bilico nel non potersi permettere intoppi. Dimostrare ai propri investitori la sicurezza e la tranquillità del poligono e del territorio circostante è troppo importante in questo momento in cui è annunciata la dipartita dell’aeronautica tedesca. Mantenere un equilibrio con i mezzi a disposizione era troppo importante per mettere a tacere l’ennesima voce di protesta contro la presenza militare in Sardegna ,farlo con gli indennizzi era la strada piu’ semplice.
da nobordersard.wordpress.com
Da pochi giorni è finito il 2° Campeggio antimilitarista della Rete No Basi, superata la grande stanchezza, i pensieri hanno acquisito lucidità; i confronti con i compagni e le riflessioni forse hanno assunto una forma più equilibrata, per questo provo a condividerli.
Non si può dire, crediamo, che il campeggio di quest’anno sia stato emozionante e tantomeno incisivo, le iniziative sono andate a sbattere contro un muro di polizia varia che non ha permesso neanche ai più decisi di riuscire ad ottenere qualche risultato. Ci può stare, a patto che le gravi mancanze organizzative e di fantasia vengano assunte in particolare dagli organizzatori, e in parte minore ma necessaria collettivamente.