Prossimo appuntamento per discutere le iniziative: martedì 29 marzo ore 17:30 presso la Carovana Sarda della Pace, via Ogliastra 43, Cagliari.

banner-campagna-antimilitaristaLa guerra non è più dichiarata: essa semplicemente è. Dal 1991 Lo Stato italiano è in guerra, con le sue truppe schierate in più di 20 paesi e la partecipazione a tutte le principali “missioni internazionali”.

Adesso il governo Renzi si sta preparando ad aggredire la Libia, con l’obiettivo di schierare la fanteria a difesa dei giacimenti petroliferi e dei metanodotti dell’ENI.

Come se non bastasse, lo Stato italiano tornerà presto in Iraq con un contingente di circa 500 soldati, che presidieranno i lavori di ristrutturazione della diga di Mosul, affidata all’impresa di costruzione Trevi di Cesena.

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Comunicato del circolo ME – TI

Questo è il comunicato inviato alla stampa ieri mattina con cui due compagni di questo circolo cercano di fare chiarazza dal loro punto di vista sulla vicenda delle perquisizioni e dell’indagine della scorsa settimana:

Oggetto: Sulle indagini per la presunta segretezza dei calendari delle esercitazioni militari

Lo scorso 4 marzo, alcuni militanti cagliaritani del movimento contro l’occupazione militare della Sardegna sono stati perquisiti nella loro abitazione privata e nel circolo sociale che frequentano. Uno dei militanti è stato iscritto nel registro degli indagati.
L’accusa, oltre a quella di vilipendio nei confronti delle forze armate, è di avere diffuso documenti militari non riservati ma destinati a uso interno di ufficio.
Immediatamente abbiamo espresso solidarietà ai perquisiti e all’indagato. Nei giorni successivi abbiamo letto dagli organi di stampa, con una certa perplessità, che i documenti incriminati sarebbero i calendari delle esercitazioni militari da svolgersi in Sardegna.
I sottoscritti Enrico Lobina, in qualità di consigliere comunale, e Nicola Calledda, suo collaboratore, hanno chiesto e ottenuto i calendari “incriminati” con un normalissimo accesso agli atti presso gli uffici competenti. L’abbiamo fatto più di una volta, tra il 2015 e l’inizio di questo 2016. Seguendo la classica procedura prevista dalla legge 241 del 1990 sulla trasparenza amministrativa, abbiamo chiesto copia semplice (non autenticata) semestre per semestre.
La motivazione con cui abbiamo argomentato la richiesta è la più esplicita e trasparente possibile.
Infatti, da molto prima di questa esperienza istituzionale al comune di Cagliari abbiamo fatto parte di organizzazioni e movimenti che si battevano e si battono contro l’occupazione militare della Sardegna, in particolare contro l’incisività dei danni economici e ambientali prodotti dalla presenza dei grandi poligoni e delle loro grosse esercitazioni.
La motivazione della richiesta è stata che, dati questi percorsi politici, i corpi sociali con cui ci saremo continuati a confrontare nelle istituzioni e di cui continuiamo a sentirci parte ci avrebbero chiesto di avere tutte le informazioni possibili provenienti da altri canali istituzionali su tutto ciò che potesse essere legato all’occupazione militare, comprese dunque le esercitazioni militari. La richiesta è stata motivata con esigenze di divulgazione e condivisione esplicita, e gli uffici preposti ci hanno fornito la documentazione senza mai fare menzioni a particolari segretezze o riservatezze.
Siamo stupiti che la stampa abbia parlato di caccia “alla talpa del Co.Mi.Pa. (Comitato Paritetico sulle servitù militari)” quando lo scambio di documentazione è avvenuto all’insegna dell’ufficialità e della trasparenza.
Dal punto di vista politico, ci rende inquieti la modalità con cui è stata indirizzata questa indagine che, al momento, sembra voler essere un attacco di reazione alle ultime riuscite sortite del movimento antimilitarista sardo.
Ancora più inquieti ci lascia la totale mancanza di presa di posizione sulla vicenda da parte del presidente della regione e quindi del Co.Mi.Pa., Francesco Pigliaru.
Come detto, il Co.Mi.Pa. è un comitato paritetico cui, per riequilibrare gli interessi militari con quelli civili, prende parte anche la Regione Sardegna. I suoi poteri sono notevolmente ridotti, essendo consultivi e ispettivi. Ma se questi sono i suoi poteri almeno dovrebbe servire a diffondere il più possibile le informazioni sulle attività militari utili alla popolazione per praticare l’autotutela. La Regione Sardegna dovrebbe stare lì dentro per rappresentare gli interessi dei sardi, anziché quello delle forze armate.
I poligoni, insieme alle altre numerose servitù ed installazioni militari presenti sul nostro territorio, diffondono sostanza tossiche che aumentano le malattie delle persone e degli animali e depredano quantità enormi di terreno, cielo e mare dall’uso civico dei sardi.
Quali sono, rispetto a questo tipo di attività, secondo il presidente della regione i reali interessi della cittadinanza che lo ha votato? Possibile che non senta l’esigenza di dire una parola su una vicenda di criminalizzazione di una banale diffusione delle date delle esercitazioni ufficiali sul territorio sardo?
Consci della giustezza delle azioni finora compiute e in attesa che il silenzio politico istituzionale di chi di competenza rotto da un qualche segnale politico positivo, rilanciamo l’esigenza di aumentare i momenti di pubblica condivisione e discussione sui temi sopra descritti.

Enrico Lobina
Nicola Calledda

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Solidarietà ai compagni perquisiti a Cagliari

12717957_1715928228690878_7919214461292808514_nAll’alba di venerdì 4 marzo, i carabinieri militari si sono presentati a casa di tre compagni di Cagliari per una perquisizione. Il motivo: cercare materiali che confermassero le indagini per vilipendio delle forze armate e diffusione di atti d’ufficio, nello specifico del calendario delle esercitazioni per il primo semestre del 2016. Questo atto non è secretato, ma non è nemmeno pubblico, in teoria chiunque può prenderne visione facendo domanda ai Comuni su cui insistono i poligoni, ma spesso queste richieste vengono ignorate o ostacolate attraverso l’uso di cavilli burocratici che ne impediscono di fatto l’accesso. Una versione rielaborata e sintetizzata è consultabile e scaricabile qui.
Ai compagni sono stati sequestrati tutti i computer presenti in casa, tutto il materiale informatico (CD, hard disk, chiavi USB) e parecchio materiale cartaceo (volantini, dossier, etc).
Non paghi, gli sgherri si sono pure presentati in un circolo privato abitualmente frequentato da compagni e lo hanno rivoltato come un calzino, sequestrando anche lì parecchie cose.
Solidarietà al Comitato Studentesco contro l’occupazione militare e ai ragazzi che hanno dovuto sopportare la visione di quei brutti ceffi di primo mattino.

Nessuna pace per chi vive di guerra!

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20 febbraio: presentazione della passeggiata intorno all’aeroporto di Decimomannu al Totale – Cagliari

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